…..o Musica per l’anima
Il 17 maggio, al Centro di Spiritualità “ SulMonte”, si è svolto un incontro di spiritualità con ascolto musicale, guidato dal maestro Luca Delpriori. E’ stato proposto l’ascolto del Quartetto per la fine dei tempi di Olivier Messiaen. L’opera venne eseguita per la prima volta nel 1941 in un campo di lavoro per prigionieri di guerra, ispirata all’ Apocalisse (“voglio semplicemente giustificare il mio desiderio di cessazione del tempo”), rispecchia totalmente la personalità compositiva dell’autore, molto diversa da quella dei colleghi del tempo. Egli cercava una musica che esprimesse le vette del sentimento umano (in particolare quello religioso) e riteneva che la tradizionale struttura ritmica ingabbiata in battute per accenti fissi fosse insufficiente.
Voleva abolire il tempo e cercare un effetto contemplativo e spirituale principalmente grazie a ritmi non tradizionali. Convinto cattolico ,riuscì a trasmettere la sua fede senza per questo condizionare la libera interpretazione di una musica “sacra” in senso funzionale al rito. La sua musica è riuscita a travalicare le intenzioni dell’autore stesso ,perché capace di commuovere e impressionare con la sua bellezza anche chi non è credente,per quanto la sua ispirazione sia molto spesso rivolta alla fede religiosa.
E’ opinione consolidata che l’uso innovativo di ritmo,melodia e armonia, la sua personale concezione delle relazioni tra tempo, musica e colore, la passione per il canto degli uccelli e la sua sincera e profonda ispirazione religiosa, nonché il suo ruolo di didatta , hanno contribuito a fare di Messiaen uno dei più grandi ed influenti compositori del XX secolo.
Ma non bastano le doti di creatività e di tecnica per compiere un gesto miracoloso come quello dell’organizzazione di un concerto in un campo di prigionieri. Dove ha trovato Messiaen il coraggio,l’entusiasmo, l’ottimismo per compiere una azione così grande? La risposta la fornì lui stesso nel 1978 quando scrisse : “le ricerche scientifiche , le prove matematiche, gli esperimenti biologici non ci hanno salvato dall’incertezza. Al contrario, hanno aumentato la nostra ignoranza….. la sola realtà è di un altro ordine: essa si colloca nell’ambito della Fede. E’ attraverso l’incontro con un Altro che noi possiamo comprenderla. La musica può prepararci a tutto ciò come immagine,come riflesso, come simbolo.”
In questo periodo di profonda crisi si richiede un “nuovo umanesimo”, il ritorno a Dio che sembra divenuto estraneo alla nostra “civiltà”. Occorre inoltre recuperare la capacità di ascolto che abbiamo dimenticato,così da poter cogliere la bellezza della musica che ci aiuta ad avvicinarci al Creatore.
La musica ,infatti, racconta la bellezza di Dio che entra nel tempo e nella storia; la musica contemporanea, per fortuna, può ancora celebrare Dio e non solo la pazzia o la violenza. La musica di Messiaen non è di facile comprensione,ma è importante considerare (come diceva lo stesso musicista) che quando si ascolta non occorre capire,bisogna lasciarsi sedurre, bisogna dunque “accogliere”!
Credo sia molto utile promuovere momenti di incontro di spiritualità che includano l’ascolto musicale, perché attraverso i tessuti musicali di autori come Messiaen, guidati da maestri competenti, siamo aiutati a leggere la drammaticità dei nostri giorni, mentre siamo stimolati e sollecitati a preparandoci a quelli futuri.
Spetta ai testimoni trovare nelle ferite della storia il volto della Misericordia che ci accompagna. L’uomo contemporaneo come diceva Paolo VI crede infatti “più ai testimoni che all’esperienza e alla teoria ,più ai fatti che alle parole”
Olivier Messiaen è uno dei sei artisti insigniti del prestigioso Premio Paolo VI.
(Prof.ssa Simentta Mosciatti)