“Sul Monte Dio provvede”- Centro di Spiritualità a Castelplanio (AN)
“Goccia a goccia / come stille di sangue / colmi la mia coppa di vino.
Grappoli spremuti / dal torchio della vita, / resi ricchi e succosi / dalla linfa della vite.
Bagno le mie labbra alla coppa / e assaporo la gioia della festa.”
E’ difficile sintetizzare in poche righe il cammino di anni e quello che l’incontro con il Centro di Spiritualità “ Sul Monte” ha portato nella mia vita, ma provo a farlo, ringraziando innanzitutto l’Amore, fonte inesauribile di grazia e di misericordia e, strumenti docili del suo progetto, suor Anna Maria, suor Maria Rosa e don Mariano.
(Davvero sei un Dio paziente e fedele!) Il primo ricordo è di circa trent’anni fa, appena uscita dal liceo, in quelle stanze calde e accoglienti di piazza della Repubblica, con “l’anno di volontariato”, un anno vocazionale (gia’, vocazionale! Ora, a distanza di trent’anni, so che “vocazione” e’ l’azione di chiamare. E se Qualcuno ti chiama per nome è perché sa chi sei e tu ti riconosci in quel nome. E solo dopo puoi rispondere), con le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, embrione di quello che sarebbe diventato il Centro di Spiritualità “Sul Monte”. Ricordo gli incontri di preparazione e l’atmosfera che si respirava. Mi rivedo in cappellina a pregare il salmo 139: “ Signore, tu mi scruti e
mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie.” A Lui erano note, a me non ancora, anzi, erano piuttosto nebulose. L’anno di volontariato prese il via senza di me; non avevo avuto la forza di contraddire i miei genitori e partii per l’università, andando oltretutto piuttosto lontano. Per qualche anno ho continuato la mia vita e coltivato varie esperienze fino all’anno del mio matrimonio. Stavolta non erano le suore del Preziosissimo Sangue ma i missionari, quelli di San Gaspare, in missione appunto nella mia parrocchia proprio in quel periodo e che ricordo come un’esperienza forte ed intensa. E sempre in quel periodo, in un momento di fatica e di ricerca, ricordo un’altra salita su quel monte dove “Dio provvede”. E quindi il matrimonio, i figli, il lavoro,
la parrocchia, il catechismo e una miriade di esperienze alla ricerca di qualcosa che colmasse una nostalgia profonda e il desiderio di vita piena. Ogni tanto, sporadicamente, tornavo al Centro di Spiritualità “Sul Monte”, sicuramente luogo fisico, ma anche metafora del cammino interiore e spirituale che stavo facendo, fatto di discese e risalite, deserti e valli. C’è una frase che mi risuona guardando al passato, è di fratel Arturo Paoli: “Voltandomi indietro trovo con molta gioia che le svolte della mia vita sono state sempre guidate da Colui che chiamo L’Amico e la sua voce costantemente mi avvisa -obbedisci, poi capirai. ”. E il Signore è un grande pedagogo. Dovevo, il più delle volte senza capire, prima sperimentare e vivere nella quotidianità della mia vita, a volte ben torchiata, il significato profondo del Sangue versato, il mistero pasquale di morte e resurrezione, finché pian piano ho scorto i segni della Sua presenza. Una serie di circostanze mi hanno riportata ultimamente e più assiduamente al Centro. E lì, “sul monte”, il Signore si è “fatto vedere”. E ha il volto splendente del Cristo che ama me e ciascuno fino a dare la vita, fino al Sangue versato. Il sangue che irriga i sentieri della storia e li vivifica, che è fecondo di infinito, che spinge ad osare passi nuovi, che chiede di essere donato nella gratuità perché altre vite risorgano dalla disillusione, dalla disperazione, dal vuoto, dal non senso, che è sforzo supremo di far brillare il bene e la vita dove l’uomo grida morte e dolore, che nel mistero pasquale rivela il volto misericordioso del Padre.
Mistero che abita la mia vita, di tutti e di ogni cosa, mistero che si incarna nella storia, mistero che chiede abbandono nella certezza della Sua parola: “ Ecco, io faccio nuove tutte le cose”, mistero che è passione e gloria, passione che ci macina come frumento e che è anelito del cuore che spinge ad amare oltre misura certi che, perdendo tutto, siamo già risorti con Lui nella vita dell’Eterno. Ora il “disegno” è più chiaro, “ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo e come quelle della terra”, l’identità pasquale abbraccia l’uomo, la storia, il creato. Ed è lo spirito del Risorto che con forza ripete ancora oggi: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. E allora il Centro di Spiritualità “Sul Monte” è stato ed è, con le sue molteplici attività, dono prezioso e riferimento importante per scoprire il soffio dello Spirito nella nostra esistenza, liberarlo e nutrirlo, luogo di formazione, di silenzio e preghiera, dove identità, centro e culmine è il mistero eucaristico del Corpo e Sangue di Cristo, al quale attingiamo l’energia di vita divina che ci rende capaci di incarnarlo nella storia e collaborare alla costruzione del Regno.
(Cristiana Filipponi di Jesi- AN)