Bellissima uscita a Firenze il 3 gennaio 2016, in occasione della visita alla mostra “Bellezza divina”. L’arte e la bellezza, nutrimento per l’anima e occasione di gioia e amicizia condivise. Il Centro di spiritualità “Sul Monte” di Castelplanio (AN) ha promosso questa tappa per farci entrare in punta di piedi, anche con l’arte, nel Mistero di Dio Amore.
“In tutto quel che suscita in noi il sentimento puro e autentico del bello c’è realmente la presenza di Dio”. (Simone Weil). La bellezza è un bene fragile, diceva Ovidio. Come un neonato, frutto dell’amore vero, la bellezza è un invito a essere amata, custodita, protetta. Anche nei tempi più bui, come il piccolo figlio d’uomo la bellezza è speranza autentica che non tradisce, è aurora che non conosce tramonto. E’ qui e ora, è vita, natura opera d’arte. Ma è anche Oltre. E’ insieme Colui che crea, la creazione e il creato. E’ il volto vero dell’essere, il suo sorriso, il suo canto, la sua danza. La “via pulchritudinis” non è questione di estetica, è l’origine e la meta ultima, l’alba e il mistero della vita e la sua Apocalisse. Così scriveva Agostino: “Nella Trinità si trova la fonte suprema di tute le cose, la bellezza perfetta”. E ancora: “ Il Creatore ha tessuto tutte le sue opere ordinate all’unico fine: la bellezza”. In questa relazione tra finito e infinito non c’è domanda più autenticamente umana di quella che chiede bellezza (che è insieme domanda di bene e di vero). Rinunciarvi è consegnarsi alla sete – disperante e mai soddisfatta – del potere e del possesso, e precipitare così nel tunnel della violenza contro gli uomini e la natura. Solo la bellezza ha la capacità di creare e custodire, nel segno dell’amore e delle arti. In questa prospettiva si scioglie l’apparente paradosso di Dostoevskij: “Ma sapete (che l’umanità) può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non si potrebbe vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo? Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui”. Ecco perché papa Francesco ha accolto nella Cappella Sistina centocinquanta poveri e ha offerto loro una “piccola carezza” nel segno di Michelangelo. “In tutto quel che suscita in noi il sentimento puro e autentico del bello – scriveva Simone Weil -, c’è realmente la presenza di Dio. C’è una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è segno. Il bello è la prova sperimentale che l’Incarnazione è possibile”. (Giovanni)