Siamo chiamati a esercitarci alla capacità di vedere l’umanità, come i tre discepoli l’hanno vista in Gesù Trasfigurato: una “visione” di Dio, almeno per noi, una traccia di Dio. Essere uomini e donne destinatari della trasfigurazione significa anche essere capaci di mutare lo sguardo per vedere l’invisibile nel volto umano, e lì vedere Dio… Al nostro orizzonte c’è la promessa del profeta Malachia: “Si leverà per voi che credete nel suo Nome il sole della giustificazione, nei cui raggi c’è la guarigione” (Ml 3,20). Sole che, illuminando i volti degli umani, così feriti, piagati, sporchi, li guarirà e li farà apparire a noi come i volti dei fratelli di Gesù, dei figli di Dio, di Dio stesso!