“NOI, I SEGUACI DELL’AGNELLO”
“E vidi: ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. Sono coloro che non si sono contaminati con donne; sono vergini, infatti, e seguono l’Agnello dovunque vada. Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia.” (Ap, 14, 1-4)
Questo il brano dell’Apocalisse che ha aperto gli esercizi spirituali che si sono svolti al centro di spiritualità Sul Monte a Castelplanio, dal 5 al 7 Agosto 2016. Nella spiritualità propria del centro che è quella del Sangue di Cristo e del Mistero Pasquale, ci siamo lasciati interpellare dalla Parola nel silenzio, nella meditazione e nella preghiera, guidati da suor Anna Maria Vissani e don Mariano Piccotti. Il luogo ha favorito il raccoglimento interiore nel quale la Parola ha potuto risuonare in ciascuno come un’apocalisse personale, intima, propria di ciascuno e per ciascuno, in cui si è rivelata per ognuno come illuminazione sul proprio cammino spirituale, sulla propria realtà di uomo, di donna, di coppia e di figlio del Padre.
Partendo dal vangelo di Giovanni in cui Giovanni Battista indica Gesù come l’Agnello di Dio, ci siamo potuti interrogare anche noi su quale fosse la domanda di fondo del nostro cuore: “che cosa cercate?”, quali sono le nostre attese più profonde, i nostri desideri e le nostre inquietudini. E siamo stati messi di fronte al Trafitto: proposta sconvolgente che sovverte ogni logica umana, come per i Dodici, ma che ribalta il nostro sguardo sulla storia, personale e comunitaria, facendone non una sconfitta o un fallimento, ma un dono d’amore, un cammino di compimento, pur faticoso, verso la pienezza di vita, una risposta libera che vede germogliare passo dopo passo semi di luce in noi e attorno a noi. Muovendo i passi su quelli del Cristo, sul Figlio dell’Uomo, sull’Agnello di Dio che ha preso su di sé il peccato del mondo, ciascuno può far sue le parole di Paolo “ Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2, 1-11).
L’unico momento di condivisione finale, ci ha visti concordi nel sottolineare l’esigenza di avere momenti ed occasioni come queste per fermarsi, entrare in noi stessi e lì incontrare Colui che ci parla e si rivela, ci guida e riversa su di noi abbondanti doni di grazia. Per tutti, gli esercizi sono stati fonte di luce sulla propria vita e sul proprio cammino interiore, motivo di gioia e ringraziamento per ciò che il Padre ha operato fino ad ora, forza e speranza per continuare ogni giorno, concretamente, ad operare nella propria storia e nella comunità sulle orme del Maestro, nella certezza che “i seguaci dell’Agnello” avranno la stessa sorte “ redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello”.
C’è qualcosa in te
che ci attira,
una specie di magnete dell’anima
puntato sul piombo dei nostri
abissi profondi,
dei nostri aneliti insondabili,
che attendono da sempre
di essere tirati in superficie.
Che cosa cercate?
Che cosa cerchiamo?
Domanda seppellita
sotto strati di polvere
ma sempre presente
e scaglia frecce
ma abbiamo occhi miopi
e manchiamo il bersaglio.
Tu passi e domandi.
Che cosa cercate?
Che cosa cerchiamo?
Un posto in casa tua
dove far dimorare
i nostri desideri,
perché sentono un profumo
nuovo, carezze,
pane caldo, riposo.
E anche dopo mille viaggi
per strade di buio,
di piedi feriti, di piogge pungenti,
di mire sbagliate,
posare i loro passi.
Venite.
Vedrete.