L’ispirazione c’è stata ed è ancora accesa. Dagli anni prima dell’apertura (1 luglio 1986) abbiamo vissuto momenti di incontro in luoghi più’ diversi (San Felice, Maiolati, San Silvestro, Camaldoli, Jesi , Chiesa dell’Adorazione) con l’unico intento di sostenere la speranza dei giovani. Guardano al futuro abbiamo voluto che fosse illuminato con la Parola e la voce del Signore. Ognuno ha cercato di “sintonizzarsi” almeno per quel tempo che si vivevano gli esercizi spirituali.
Poi ognuno ha camminato con le proprie gambe.
Piu’ d’uno sognava una casa, un luogo stabile, un riferimento visibile. E’ stato trovato a Castelplanio. Insieme tra diverse vocazioni (sposati, consacrate, sacerdoti) abbiamo cominciato l’avventura. Un’ avventura in salita (come abbiamo intitolato il libretto a 10 anni); in salita perché piu’ difficile del previsto, in salita perché si tratta del monte della Sua Presenza.
Che cosa intendevamo vivere su quel monte? Lo esprimevamo con un testo-invito che diceva così:
Quassù non è un «rifugio»
anche se ha sufficienti garanzie
per il tuo silenzio e la tua preghiera.
Quassù non è un’«isola»
anche se ha la protezione
sufficiente per farti stare
con più verità con te stesso
davanti a Dio.
Quassù non è «fuori del mondo»
anche se ha la possibilità
di farti vedere il mondo da più in alto.
Vuole essere più vicino
alla collina del Calvario che al Monte Tabor,
proprio perché in ogni calvario c’è un tabor.
Non un rifugio, non un’isola, non “fuori del mondo”. Ci siamo sempre messi in guardia da questa moda spirituale che ci estranea dalla condizione umana, comune a tutti. E abbiamo visto attorno a noi crescere un certo spiritualismo disincarnato, man mano che la situazione umana diveniva piu’ complessa, piu’ dura, più faticosa. Ma non abbiamo voluto estraniarci. Silenzio e preghiera, verità davanti a Dio, distacco e visione del mondo con gli occhi di Dio, ingresso dentro le croci per scoprirne la Presenza; ecco il senso forte del nostro impegno spirituale in questi anni.