Ancora il dialogo nella notte di Nicodemo. Quel dialogo tocca stavolta il tema della vita eterna. Che cosa intendeva Gesù con questa espressione? Non tanto una vita dilatata nel tempo quanto una vita qualitativamente diversa, vale a dire una vita trasfigurata da una bellezza che le può venire solo da Dio. L’uomo, lasciato a se stesso, non ha la possibilità di appagare questo anelito e d’altra parte tutti i suoi desideri, persino i suoi errori, esprimono questa sua interna tensione verso il superamento dell’esistente per la conquista di una condizione inedita che attinga alla dimensione del divino. Ora, se l’uomo non può farcela da solo, deve per questo abbandonare la speranza di poter raggiungere questa condizione? È qui che si colloca la risposta di Gesù. Se l’uomo non può salire a Dio, c’è un Dio che discende verso l’uomo: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio…