La vita consacrata interessa ? Interessa che ci sia nella chiesa ? I preti e diaconi si sono ritrovati nell’incontro mensile ( giovedi 12 fabbraio u.s.) attorno a questo interrogativo . E’ stato necessario rispondere anche alla domanda : la vita consacrata è essenziale per la chiesa ? Il papa ( che è anche un consacrato ) nel suo messaggio si rivolge ai Vescovi e invita ad “accogliere cordialmente e con gioia la vita consacrata come un capitale spirituale che contribuisce al bene di tutto il corpo di Cristo (cfr Lumen gentium, 43) e non solo delle famiglie religiose. «La vita consacrata è dono alla Chiesa, nasce nella Chiesa, cresce nella Chiesa, è tutta orientata alla Chiesa».
Quest’ultima espressione viene proprio da un discorso del Card. Bergoglio al Sinodo del 1994 sulla vita consacrata, espressione sottolineata e spiegata da sr Anna Maria Vissani, che presiede l’Unione delle Religiose nelle Marche e che è stata relatrice in questo incontro . Il suo taglio teologico-pastorale ha fatto emergere la “pluridimensionalità” della Chiesa , o “pluriformità” che da ordine e dà senso ai diversi carismi nella Chiesa. Nel santo e fedele popolo di Dio , c’è necessariamente la vita consacrata. E’ un discorso che in diocesi è stato affrontato nelle due assemblee e che con questa dimensione della vita consacrata si illumina ancora meglio. La Vita consacrata partecipa di questo sensus ecclesiae , del senso di popolo di Dio che nel suo insieme, è infallibile in credendo come afferma Lumen Gentium 2. Ne deriva che ogni forma della vita consacrata deve partecipare e non allontanarsi dal quel “sentire nella fede” che è di tutto il popolo santo di Dio. Ci ha tenuto a dire sr Anna Maria che questo richiamo è prima di tutto per le comunità di religiosi e religiose che non possono vivere al margine della chiesa locale e non possono rinnovarsi tornando a fondamentalismi e spiritualismi ai margini del reale. Lo stesso istituto dell’”esenzione” che porta una famiglia religiosa internazionale a organizzarsi a livelli piu’ alti, non dà il permesso di uscire dal particolare della chiesa locale. Sarà compito della chiesa locale accogliere, valorizzare e integrare ogni comunità di consacrati/e. La sua proposta è stata poi anche quella del rapporto tra il mondo di Dio e il mondo terreno Ormai è chiaro che ogni consacrazione non deve nascere e crescere come “fuga mundi”. Come afferma Lumen Gentium 44 la vita consacrata è segno del Regno che è presente e deve venire, segno della vita nuova e della risurrezione futura. Non può essere compresa dentro l’utilità sociale e basta, come è facile per i mass media.
L’altro relatore della mattina a è stato padre Ferdinando Campana, provinciale dei Minori e responsabile del CISM che è l’organismo di raccordo tra tutte le Istituzioni di consacrati delle Marche. Ci ha fatto il regalo di uno studio teologico ricco di Padre Valentino Natalini sulla Vita Consacrata nella Chiesa. L’abbiamo ascoltato altre volte noi di Jesi, specialmente quando teneva le lezioni sulla Chiesa nella scuola di Formazione teologica. La vita consacrata è una capitolo della ecclesiologia, non della escatologia. La Vita consacrata è addirittura un riflesso della vita trinitaria, secondo i padri della Chiesa. E’ un carisma dello Spirito. Nella discussione successiva i preti e diaconi si sono concentrati sull’approfondimento di questo carisma , in rapporto al Battesimo, prima e fondamentale consacrazione . La preoccupazione della scomparsa della vita consacrata nelle nostre chiese ( i numeri parlano chiaro) deve interrogare tutti, perché se è il Regno di Dio da annunciare, celebrare, vivere, non può mancare questo segno. In una condizione esistenziale appiattita sul presente e sull’orizzonte dei problemi “materiali” che pure sono urgenti e ai quali lungo la storia i fondatori e le fondatrici hanno voluto dare risposta , la vita consacrata ha la missione profetica di esprimere lo sguardo compassionevole di Dio sul’umanità di oggi e indicare, con la vita, prima che con le parole, lo stile da acquisire. Il Vescovo ha ricordato che ci saranno altri momenti per vivere insieme, tra religiosi, religiose, preti e diaconi, questo anno voluto dal Papa. Una bella esperienza di chiesa. (dMariano Piccotti)